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Sito informativo del dr. M. Forzanini
Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
La
radiofrequenza nella ‘cellulite’, nel cronoinvecchiamento del viso e nelle
varici della safena
A
cura del Dr. M. Forzanini, Specialista in Chirurgia Vascolare
quartiere Primo Maggio 183
25126 Brescia -
tel 030 –
3757707
La radiofrequenza sfrutta un effetto termolitico di alcune onde radioelettriche, generate da appositi apparecchi elettromedicali. L’effetto sui tessuti dipende dal grado di impedenza dei tessuti stessi e consiste in un aumento di temperatura locale che, a vari gradi e intensità, ottiene lo scopo terapeutico di migliorare il microcircolo, ridurre il pannicolo fibroadiposo, ma soprattutto di determinare un rimodellamento delle fibre connettivali dell'impalcatura sottocutanea del tessuto da trattare. Si esegue applicando un manipolo (bipolare per il viso, monopolare per le altre sedi) sul piano cutaneo e facendolo muovere su di esso con l'interposizione di un olio. Non prevede uso di aghi o di farmaci da iniettare. Un sistema di raffreddamento cutaneo, unito ad un controllo automatico della temperatura, evita sovraesposizioni cutanee e effetti collaterali rilevanti .
Il piano
superficiale cutaneo, povero di acqua, raggiunge temperature intorno ai 40
gradi, mentre il derma e il tessuto fibroadiposo sottostante raggiungono
temperature adeguate allo scopo terapeutico(intorno ai 50-60 gradi). Nel viso
la profondità di azione si limita al derma profondo (pochi millimetri), mentre
nelle altre sedi, dove c'è necessità di agire più in profondità, si arriva fino
a
La
radiofrequenza trova applicazioni nel rimodellamento dei tessuti sottocutanei e
per questo è stata introdotta nella cura delle rughe del viso (foto e crono
invecchiamento), dove determina una denaturazione delle fibre connettivali di
sostegno sottocutaneo, le quali, rinnovandosi, creano un tessuto nuovo, più
elastico e più recettivo agli scambi trofici del microcircolo. Per questo,
dalle prime applicazioni sul viso, si è recentemente passati anche al suo uso
nella pannicolopatia da stasi (cellulite) degli arti inferiori, dell’addome e
delle braccia. Con la radiofrequenza si ottiene un rimodellamento dei tessuti
alterati dalla patologia del microcircolo, in particolare sulle retrazioni
cicatriziali (cute a materasso, fibrosi), sulla lassità cutanea e sulla
consistenza dei tessuti.
In quattro-otto sedute è possibile ottenere tali effetti che compaiono quando il tessuto si rinnova .
I risultati sono tanto più rapidi e duraturi quanto prima si interviene. Per il viso sono quasi immediati ed hanno una durata di 8-12 mesi. In altre sedi i risultati sono più lenti da ottenere (generalmente due mesi dopo la prima seduta), ma permangono per 1 - 2 anni. Dopo di che il trattamento va ripetuto. In alternativa si possono programmare delle sedute di mantenimento ogni 2-4 mesi.
La procedura
è indolore, gli effetti collaterali si limitano ad un eritema della zona
trattata che regredisce spontaneamente nell'arco di poche ore. Le
controindicazioni sono rappresentate dalla contemporanea presenza di epilessia
o dalla presenza di materiale metallico nelle zone da trattare, oltre che da
gravidanza o dermatiti in atto.
La
radiofrequenza trova inoltre un altro campo di applicazione nella terapia delle
varici safeniche, dove l’effetto termico, portato con una sonda endovascolare,
produce, ad adeguata intensità, una chiusura del lume della varice.
Si tratta
infatti di una variante in grado di eliminare il reflusso safenico nei casi di varici. Trova indicazioni simili al laser, sfruttando però meccanismi non
fotocoagulativi ma radioelettrici.
Attraverso
una sonda inserita nel lume safenico si raggiunge lo sbocco in vena femorale e
partendo da qui, man mano che si retrocede, la safena viene chiusa attraverso
onde elettromagnetiche in grado di far accollare le pareti.
Può, al
pari del laser, essere condotta con una tecnica mista (legatura chirurgica
della safena all’inguine e radiofrequenza retrograda della safena).
I
vantaggi sono di carattere estetico (assenza di cicatrici alla coscia e gamba)
ma soprattutto di decorso post-operatorio, che risulta estremamente breve,
agevole e privo di ematomi dolenti, tipici della chirurgia.
Vantaggio
ulteriore rispetto al laser è che la safena viene chiusa agendo direttamente
sulla parete, in assenza di sangue nel lume venoso, che invece rappresenta il
mezzo attraverso il quale il laser può agire.
Non
tutte le safene si prestano alla radiofrequenza: esistono limiti legati al
calibro della safena, alla sua tortuosità, alla sua vicinanza con il piano
cutaneo. Pertanto è indispensabile una corretta valutazione clinica ed
ecografia preliminare.
Si
svolge in ambiente protetto (sala operatoria), in anestesia locale o con una
breve sedazione, con dimissione che può avvenire in giornata o al massimo con
una notte di osservazione clinica.
I
risultati, se correttamente indicata, sono incoraggianti e sembrano simili alla
tecnica chirurgica, anche se non disponiamo ancora di risultati a lunga
distanza, dato che la tecnica è di
recente introduzione.
Uno
svantaggio è rappresentato dal costo delle sonde monouso e dalle
apparecchiature necessarie, ma tale svantaggio è compensato da una veloce
ripresa dell’attività lavorativa del paziente.
Casi clinici: pannicolopatia delle cosce e addome, cronoaging del viso, prima e dopo trattamento
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