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Sito
informativo del dr. M. Forzanini
Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
VARICI E GRAVIDANZA
A cura del Dr. Mario Forzanini,
Specialista in Chirurgia Vascolare.
quartiere
Primo Maggio 183
25126 Brescia -
tel 030 – 3757707
Le varici si
definiscono come dilatazioni permanenti delle vene degli arti inferiori e costituiscono
un problema sintomatologico ( pesantezza, dolori, crampi, irrequietezza,
prurito, edema) ma anche un serio pericolo per le complicanze legate alla loro
presenza (flebiti, trombosi,
embolie polmonari, emorragie, ulcere).
La causa non è la gravidanza, ma la gravidanza può
favorire la loro insorgenza per due motivi: la situazione ormonale e l’ingombro
dell’utero gravido. La familiarità, il tipo di lavoro, la stipsi cronica, la
cellulite, il soprappeso, l’eccessivo carico di sodio, contribuiscono a
facilitarne l’insorgenza.
Anche i capillari si
dilatano, fino a formare grosse ragnatele che spesso sono sede di dolori e
bruciori.
La diagnosi è clinica, basata sulla semplice visita
medica, che deve escludere le complicanze quali le flebiti e le trombosi. Chi
ha le varici in gravidanza dovrebbe eseguire almeno due controlli: intorno al
quarto e intorno al nono mese. La sede delle varici è
generalmente il lato interno della coscia e gamba, ma in gravidanza una
localizzazione del tutto tipica e particolare è quella vulvare e inguinale.
Queste varici possono portare a dolori durante e dopo il coito e, in taluni
casi, possono rappresentare una indicazione al taglio
cesareo per il pericolo di emorragia.
Non esiste un periodo critico per comparsa delle
varici, ma il primo e il terzo trimestre sono i più colpiti.
Spesso, non visibile alla
paziente, si associa una congestione pelvica di tutte le vene del bacino, con
varici uterine e ovariche, che può dare origine a dolori addominali e
persistere anche dopo il parto (varicocele pelvico).
Spesso lo Specialista prescrive un
esame ecocolor doppler
venoso, soprattutto nei casi dubbi per trombosi delle vene profonde, dove
il sangue, per la stasi, tende a coagulare. Questo esame è innocuo per il
nascituro e può essere ripetuto senza rischi.
Una volta eseguita la diagnosi e
la localizzazione delle varici ed esclusa ogni complicanza, lo Specialista
provvede di solito a dare alla paziente alcuni consigli e terapie volti da una parte a curare i
disturbi e dall’altra a prevenire le complicanze.
Tra questi vanno ricordati l’elastocompressione,
ottenibile con collant elastici muniti di “panciotto” per non comprimere
l’addome. E’ bene ricordare che esistono varie gradazioni di contenzione
elastica, che variano con i gradi dell’insufficienza venosa. Spesso
l’autoprescrizione non è corretta. La calza elastica va portata per tutta la
gravidanza durante il giorno, soprattutto quando si prevede di stare in piedi a
lungo.
I farmaci, topici e
generali, alcuni dei quali testati in gravidanza, non sono controindicati in
maniera assoluta, ma vanno prescritti quando la possibilità di una complicanza
è grande.
Alcuni consigli sono sempre validi,
a meno che il Ginecologo non ponga controindicazione specifica: sdraiarsi
durante la giornata con le gambe in alto; dormire con i piedi rialzati,
mettendo un cuscino sotto il materasso; camminare con scarpe comode e
leggermente rialzate, a suola morbida e chiuse dietro (non le ciabatte);
possibilmente nuotare o fare ginnastica in acqua.
A seconda dei casi lo Specialista
potrà consigliare al Ginecologo una terapia farmacologia (generalmente
iniezioni) da praticare durante il travaglio e da protrarre per almeno
sette/dieci giorni dopo il parto, per evitare temibili complicanze come le
flebiti, trombosi ed embolie polmonari.
Un lieve edema degli arti
inferiori è normale durante la gravidanza. Ma un improvviso edema importante,
dolori al polpaccio o all’intero arto inferiore, soprattutto in presenza di
varici, non devono essere sottovalutati perché potrebbero essere espressione di
complicanze che vanno trattate nell’interesse della mamma e del nascituro. Meglio
eseguire una valutazione inutile che trascurare una trombosi in gravidanza.
Il trattamento definitivo delle varici va invece
posticipato a parto (e possibilmente allattamento) completati. Raramente si
debbono trattare le varici in gravidanza e solo in caso di complicanze. Il loro
trattamento definitivo però si impone prima di una eventuale
ulteriore gravidanza, per evitare peggioramenti ulteriori e complicanze .
Il trattamento definitivo sarà chirurgico,
scleroterapico, laserterapico, a seconda della gravità dell’insufficienza
venosa.
Infine una considerazione insieme
estetica e psicologica: tutto ciò che compare in gravidanza e che deturpa le
gambe delle giovani mamme non deve spaventare, nemmeno i mariti. Non tutto
quello che vedete resterà tale; molte varici tenderanno a sgonfiarsi e molti
capillari a regredire. Ma ciò non toglie che il danno alle valvole si sia
verificato e che vada opportunamente trattato, anche a fini estetici. Anche
l’occhio del resto vuole la sua parte.
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