Sito informativo di angiologia e chirurgia vascolare
Dr. Mario Forzanini
Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
Quartiere Primo Maggio 183
Brescia
Tel. : 030-3757707
e-mail : mario.forzanini@tin.it
SEZIONE
DERMATOLOGICA
A cura del dr. Fabio Ginoprelli
Specialista in Dermatologia
Via s. Maiorana 43
98057 MILAZZO (Me)
tel. 090 9222880
PER INFO SUI
PRODOTTI:
il peeling al RED
PEEL
Questo peeling nasce
dall’esigenza di soddisfare le sempre più esigenti richieste di pazienti
inseriti nella frenetica vita sociale odierna, che non permette di assentarsi
dagli impegni programmati e che nello stesso tempo esige una presenza sempre
più fresca e giovanile della propria pelle.
Dalla recente
ricerca farmacologia e clinica è nato un
nuovo trattamento peeling per soddisfare le richieste dei pazienti
affetti da ACNE ED ESITI CICATRIZIALI, IPERPIGMENTAZIONE, FOTOINVECCHIAMENTO
E INVECCHIAMENTO CUTANEO (microrughe) , SMAGLIATURE E CICATRICI. Questo
peeling deriva dalla forza antiossidante e lenitiva di alcune sostanze
contenute nelle Arance Rosse di Sicilia (antocianine) unita al potere
dell’acido piruvico, potente ‘spazzino’ dell’epidermide e dotato di potere
rigenerante a carico del collagene . Le pagine che seguono illustrano il suo
utilizzo, preceduto da una breve introduzione sul peeling in generale.
LINEE GUIDA PER L’UTILIZZO
INTRODUZIONE
La pelle è un organo dinamico. Ogni giorno a livello dello
strato basale dell’epidermide nuove cellule si generano e incominciano la loro
risalita verso lo strato corneo superficiale e si sostituiscono alle vecchie
che si staccano dal basso. Questa microesfoliazione avviene continuamente senza
che noi lo percepiamo.
Il peeling chimico è una tecnica medico-estetica che serve
ad accelerare questo rinnovamento, facendo staccare velocemente larghe falde di
pelle attraverso l’uso di un agente chimico che viene applicato sulla
superficie cutanea. Si verifica così un vero e proprio rinnovamento della
pelle, l’epidermide vecchia è sostituita con una nuova, più luminosa, più
omogenea e più fresca.
La tecnica peeling consiste nell’applicazione di una o più
sostanze chimiche irritanti ed esfolianti sulla cute, con conseguente
distruzione e successiva rigenerazione di porzioni dell’epidermide e/o del
derma.
I peeling chimici possono essere classificati in base alla
loro profondità di azione in peeling 1) superficiali, 2) medi e 3) profondi.
1.
nel
peeling superficiale vi è una diminuita coesione tra corneociti e cheratinociti
contigui degli strati dell’epidermide superficiale, con rimozione dello strato
corneo e conseguente stimolazione della crescita epidermica;
2.
il
peeling di media profondità è caratterizzato dalla distruzione specifica e
conseguente asportazione di strati epidermici più profondi, con conseguente
rigenerazione di tessuto "normale";
3. nel peeling profondo, la reazione infiammatoria arriva fino al derma, dove si verifica una coagulazione della struttura proteica delle cellule (frosting) e conseguente stimolazione dei fibroblasti alla produzione di fibre collagene, elastina e glicoproteine.
Il livello di profondità dipende sia dal
tipo di sostanza impiegata sia dalla sua concentrazione e dal tempo di
applicazione.
Maggiore è la profondità di azione della sostanza impiegata
e più evidente sarà il risultato che ci si potrà aspettare, ma maggiore sarà
anche il rischio di complicanze post-peeling (1).
Che cosa possono fare i peeling?
Correggere il danno da sole (FOTOINVECCHIAMENTO), rendere
più piane le cicatrici lievi, combattere le discromie pigmentarie (macchie
scure della pelle), attenuare le rughe sottili, nell’acne attiva si ha una più
rapida risoluzione del problema e minori probabilità di generare cicatrici. E’
INOLTRE MOLTO ATTIVO NEL LEVIGARE E RIMODELLARE GLI ESITI CICATRIZIALI
DELL’ACNE.
Che cosa non possono fare i peeling?
Migliorare la lassità della cute, rimuovere le rughe
profonde, cancellare le cicatrici profonde, rimuovere i piccoli vasi lesi del
viso.
La molecola più conosciuta
utilizzata come agente chimico dei peeling è stata fino ad oggi l’acido
glicolico. Le tendenze attuali tuttavia si stanno rivolgendo a prodotti più
maneggevoli, più rapidi e che non lascino alcun segno evidente nell’immediato
post-peeling, senza che il paziente debba sospendere le proprie attività
sociali.
In questo senso hanno preso
piede nuove molecole, come ad esempio l’acido PIRUVICO il cui successo é
collegato direttamente al crescente bisogno da parte del paziente di
migliorare, in tempi veloci, il proprio aspetto estetico.
Recentemente
si é cercato di andare oltre, e potenziare ancora di più l’azione del peeling
tradizionale, associando alle molecole base nuove sostanze dermofunzionali
capaci di stimolare a livello dermico, la sintesi di quelle macromolecole la
cui alterazione quali-quantitativa é una delle cause dell’invecchiamento
cutaneo.
La tecnica
è semplice o complicata a seconda del caso clinico da trattare, è, sempre
comunque molto importante seguire la prescrizione medica successiva al peeling,
pena un totale invalidamento del risultato.
Il RED PEEL
Il red-peel è un nuovo concetto di peeling costituito
da 3 sostanze attive fondamentali: in dermatologia:
v Acido Piruvico
v Retinolo
v Antiossidanti (ROC complesso
derivato dalle arance rosse )
Fino
ad oggi, la tecnica peeling è stata utilizzata esclusivamente per i suoi soli
benefici primari e secondari dell'esfoliazione.
Il RED
PEEL può essere considerato come primo rappresentante di una nuova generazione di peelings medicali nel quale l'esfoliazione
modifica l'impermeabilità degli strati cornei al fine di permettere la
penetrazione profonda degli agenti terapeutici.
Ogni
peeling genera una reazione infiammatoria e sprigiona radicali liberi,
immediatamente assorbiti dalle strutture nobili della pelle che vengono così
danneggiate.
La
presenza di antiradicali liberi al momento stesso della loro produzione nella
pelle permette di migliorare i risultati in maniera clinicamente notevole.
In
più, numerosi vantaggi sono da accreditare a questo nuovo trattamento:
Assenza di tossicità,
nessuna sorveglianza biologica né
monitoraggio sono necessari.
L'agente esfoliante consiste in una soluzione
stabilizzata di Acido Piruvico al 50% + ROC che cattura i radicali liberi al
momento stesso della loro produzione. Questa cattura e' un elemento decisivo
nella rapidità della rigenerazione cutanea.
La semplicità di
applicazione è estrema
Assenza di dolore: nessun tipo di anestesia o sedativo sono necessari, anche per i pazienti più paurosi. L'applicazione della fase II lascia subito una sensazione di riscaldamento transitoria, seguita da una rapida risoluzione dell’eritema.
Nessun problema nella vita di società: si nota solo una leggera desquamazione (al 3°-4° giorno) facile da nascondere, aiutando questa desquamazione con l'applicazione di una crema lenitiva idratante.
Complicazioni rarissime. Gli eventuali e rari effetti secondari (Iperpigmentazione, per esempio) peraltro sempre transitori sono risolti con una sessione supplementare di peeling.
Le cure post
peeling si
riassumono in una o due applicazioni giornaliere di una crema adattata al
problema del paziente.
CARATTERISTICHE GENERALI
DELL'ACIDO PIRUVICO
L’ acido piruvico è un α-chetoacido a tre atomi di
carbonio che si differenzia dagli α-idrossiacidi (ed in particolare
dall’acido lattico) per la presenza di un gruppo chetonico al posto di quello
idrossilico (CH3-CO-COOH). L’acido piruvico si converte nel suo α
-idrossiacido corrispondente (acido lattico CH3-CHOH-COOH) e viceversa, ma la
presenza del gruppo chetonico gli conferisce proprietà particolari come ad
esempio una potenza maggiore quando viene utilizzato nei peeling chimici.
Infatti, il pKa (logaritmo della costante di dissociazione di un acido, cioè il
valore che esprime la potenza dell’acido stesso) dell’acido piruvico (pKa =
2.89) è più basso rispetto a quello dell’acido glicolico (pKa = 3.83) e quindi
dal momento che più basso è il pKa, più forte è l’acido, l’acido piruvico è un
acido più forte dell’acido glicolico. In concentrazioni superiori al 50%
l’acido piruvico risulta essere molto potente e può penetrare rapidamente in
profondità. La potenza dell’acido piruvico viene modificata dalla natura
chimica del solvente, ed in particolare dal bilanciamento fra il contenuto in
acqua, in grado di ridurne la potenza, e il solvente stesso. L’acido piruvico
può essere pertanto utilizzabile in concentrazioni più basse (50%) per tempi
brevi (1-2 minuti) per effettuare peeling superficiali. Qualora si applichino
più strati per tempi più lunghi (> 2-3 minuti) è possibile anche per
concentrazioni più basse (intorno al 50%) avere "frosting", cioè lo
sbiancamento della pelle che indica la penetrazione a livello del derma
papillare.
L’azione topica dell’acido piruvico si esplica a livello
sia dell’epidermide che del derma papillare e dei follicoli pilo-sebacei. In
particolare, l’acido piruvico provoca una diminuzione della coesione dei cheratinociti
adiacenti, con conseguente distacco e assottigliamento dello strato corneo.
Aumentando la concentrazione e/o il tempo di applicazione,
l’acido penetra più profondamente fino a provocare un distacco dermo-epidermico
(evidenziabile con il frost) e a produrre una stimolazione a livello dermico
con sintesi di nuove fibre collagene, elastiche e glicoproteine.
Da uno studio condotto da Moy et al. su biopsie ottenute da
pelle trattata con diversi agenti per peeling chimici (acido glicolico, acido
lattico, acido piruvico, fenolo, acido tricloroacetico e soluzione di
Baker-Gordon) è stato dimostrato che l’infiltrato infiammatorio e la necrosi
dermica provocate dall’applicazione di acido piruvico erano paragonabili a
quelle indotte da acido glicolico e lattico, mentre il rimodellamento dermico
era paragonabile a quello ottenuto dopo applicazione di acido tricloroacetico.
Da un punto di vista clinico il peeling
superficiale con l’acido piruvico risulta più accettabile per il paziente in
quanto induce un eritema fugace ed una lieve desquamazione furfuracea che
compare dopo circa 24/48 ore che non compromette la vita di relazione del
paziente.
L’acido piruvico ha mostrato di avere oltre alla capacità dermoplastica e cheratolitica anche proprietà sebostatiche e antimicrobiche. In virtù di tali capacità il suo impiego è indicato in caso di photoaging, rughe superficiali, iperpigmentazioni localizzate, cheratosi attiniche, discheratosi e ipercheratosi circoscritte, dermatite seborroica, acne in fase attiva ed esiti cicatriziali.
ESTRATTO DI ARANCE ROSSE DI SICILIA (ROC)
Le antocianine
(dal greco “Anthos” e “Cyanos”, ovvero “fiore azzurro”) sono dei pigmenti
vegetali appartenenti alla classe dei flavonoidi, particolarmente presenti
nelle arance rosse di Sicilia, cui donano il caratteristico colore rosso
sanguigno.
Le proprietà
terapeutiche di questi composti sono state dimostrate fin dagli inizi degli
anni 60.
Negli ultimi
anni, è stata dimostrata le capacità delle antocianine di comportarsi da
“spazzini” di radicali liberi, rivelandosi tra i più efficaci antiossidanti
conosciuti in natura, secondo alcuni autori addirittura superiori al tocoferolo
(vitamina E) ed all’acido ascorbico (vitamina C).
In particolare,
la cianidina è dotata di una marcata attività antiossidante nei confronti
dell'autoossidazione dell'acido linoleico (importante componente cellulare ma
anche bersaglio fondamentale dell'aggressione dei radicali liberi) e possiede,
rispetto ad altre antocianine, la più alta capacità di assorbimento dei radicali
liberi.
Le antocianine
hanno inoltre dimostrato una loro interferenza positiva sulla biosintesi e
mantenimento del collagene e della elastina (le due proteine costituenti il
tessuto connettivo) e di sopprimere la crescita "in vitro" di cellule
tumorali.
Questi pigmenti
svolgono anche una efficace azione di protezione delle pareti dei vasi
sanguigni (favorendo una buona circolazione), ed assolvono ad altri importanti
ruoli fisiologici, tra cui quello di modulatori della resistenza e della
permeabilità dei capillari, di vasodilatatori ed antiaggreganti.
Diversi studi dimostrano che le antocianine ed i flavonoidi
contenuti nelle Arance Rosse di Sicilia, se somministrati per via
topica, possono prevenire il danno cutaneo dovuto alle radiazioni UV (photoaging)
e grazie alla loro capacità di poter permeare facilmente lo strato corneo
(principale barriera contro la penetrazione di sostanze esogene) riescono a
svolgere la loro funzione negli strati più profondi della pelle.
Il
retinolo contenuto nella fase 2 del red peel, svolge efficacemente le sue
proprietà antiossidanti e di modulazione dell’attività dei fibroblasti,
direttamente negli strati più profondi dell’epidermide.
Si
ha quindi un’azione rapida, di intensità paragonabile a quella dell’acido
retinico, senza però di questo, avere i ben noti effetti collaterali.
L’acido
retinico agisce da ormone morfogenetico ed è in grado di svolgere molteplici
attività a livello dei singoli stipiti cellulari che compongono la cute. Giunto
all’interno della cellula, viene trasportato nel nucleo e qui è in grado di
attivare l’espressione di specifici geni che regolano la crescita e la
differenziazione della cellula stessa. L’acido retinico è in grado di svolgere
sia azione stimolante sia inibente, in rapporto alle condizioni della cellula
che ne riceve lo stimolo.
I
melanociti risentono anch’essi dell’azione dell’acido retinico. È noto che uno
dei danni del fotoinvecchiamento è la produzione di granuli di melanina di
dimensioni superiori alla norma che si vanno ad ammassare nei cheratinociti. È
stato dimostrato che dopo trattamento con acido retinico i granuli di melanina
tornano di dimensioni normali.
INDICAZIONI DEL RED PEEL
Le
indicazioni principali sono:
1.
gli esiti cicatriziali
dell’acne
2.
le cheratosi attiniche
3.
le discheratosi
4.
le iperpigmentazioni
post-infiammatorie e post attiniche
5.
il cloasma
6.
le rughe superficiali
7.
acne in fase attiva
MODALITA' D'USO DEL RED PEEL
Il RED PEEL è COMPOSTO DA 2 FASI ed è applicato
esclusivamente dal medico specialista nel suo ambulatorio.
E’ consigliabile effettuare una preparazione di circa una
settimana prima del peeling utilizzando creme a base di antiossidanti ed acido
piruvico .
Una seduta con Red Peel può essere ripetuta ogni 10-15
giorni, per un periodo variabile secondo i casi e le indicazioni, fino al
raggiungimento del risultato desiderato.
UTILIZZO DELLA FASE 1
Prima di procedere all’applicazione del peeling è
consigliabile effettuare una profonda pulizia della pelle.
L’applicazione del RED PEEL può essere effettuata con un
pennellino o un cotton-fioc.
Una volta che l’acido è stato applicato sull’intera
superficie da trattare, sarà il medico a stabilire se è opportuno attendere
alcuni secondi o pochi minuti prima di neutralizzare l’azione del peeling.
Indicazioni circa la profondità d’azione si hanno osservando la comparsa di un
intenso ma fugace eritema e/o la comparsa di un "frost" (che si
manifesta con lo sbiancamento della zona); esso indica l’avvenuta epidermolisi.
Durante l’applicazione, i pazienti possono lamentare una sensazione di bruciore, anche intenso, che scompare rapidamente (pochi secondi).
E’ opportuno utilizzare a tale scopo un piccolo ventilatore
portatile per minimizzare gli effetti indesiderati sia per il paziente che per
l’operatore. I vapori emessi dall’acido sono pungenti e talvolta possono essere
irritanti per le mucose.
Il Red Peel viene neutralizzato con una soluzione a pH
alcalino, in genere soluzione acquosa di bicarbonato di sodio al 10%, preparata
al momento
L’applicazione di questa fase è a discrezione del medico
esecutore che deve utilizzarla pochi secondi dopo la neutralizzazione.
Utilizzo della fase 2 dopo la neutralizzazione: dopo avere neutralizzato l’azione della fase I con acqua
e bicarbonato (HCo3), asciugato l’eccesso di soluzione neutralizzante con una
garza, applicare la fase 2 con un pennellino o cotton-fioc. Lasciare asciugare,
quindi procedere con l’applicazione di una crema idratante e lenitiva (esempio
Eryleva)
All’applicazione segue sempre l’utilizzo di una crema
lenitiva ed idratante, per facilitare i processi riparativi.
Nei giorni successivi al peeling si possono verificare sia
una lieve desquamazione sia delle piccole crosticine circoscritte e
transitorie. Tutto ciò è in relazione alle modalità di applicazione ed alla
risposta individuale del paziente.
Il Red Peel viene generalmente ben tollerato, senza
mostrare effetti collaterali sistemici. A livello locale l’applicazione è
associata ad una immediata ed intensa sensazione di bruciore, facilmente
sopportabile e di rapida scomparsa. Nei giorni successivi al peeling può
verificarsi una transitoria desquamazione del viso e, raramente, solo i
pazienti con fototipo più scuro possono andare incontro ad iperpigmentazione
temporanea.
E’ sconsigliato l’utilizzo del Red Peel in soggetti che in
atto dell’applicazione presentano infezioni virali (herpes simplex ) o reazioni
allergiche.
TRATTAMENTO POST-PEELING
Nei giorni seguenti all’esecuzione del peeling è utile
applicare al mattino una crema lenitiva ed idratante, ricca di vitamina F, e
con una buona protezione solare. Questo per facilitare i processi riparativi e
per evitare iperpigmentazioni da radiazioni UV.
Dopo circa una settimana il paziente può riprendere
l’applicazione serale delle creme contenenti α –idrossiacidi o acido
piruvico.
In caso di esagerata reazione individuale sarà il medico
operatore a decidere se utilizzare creme a base di antinfiammatori steroidei.
Mai tirare o grattare la pelle in fase desquamativa. Questo
può prolungare il processo di riparazione e favorire l’iperpigmentazione
transitoria della cute.
Le informazioni contenute in queste linee guida sono solo
indicative e non escludono che il
prodotto debba essere utilizzato con la cautela e la perizia propria
dell’operatore specializzato.
L’utilizzatore si assume pertanto la responsabilità
esclusiva per l’uso scorretto o comunque imprudente del prodotto.
Se
desideri maggiori informazioni o ulteriori chiarimenti, puoi scrivere a fabioginoprelli@virgilio.it mario.forzanini@tin.it o
telefonare per un appuntamento allo 090 9222880
(dr. Ginoprelli – Milazzo, Messina) o allo
030-3757707 (dr. Forzanini – Brescia)
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